Con il termine di Arti Terapie, nella moderna accezione, si intende l’uso dell’arte e della creatività, in tutte le forme ed espressioni,


come canale suppletivo o alternativo al canale verbale in un contesto di relazione, generalmente ma non necessariamente orientato alla cura. Lo scopo del loro utilizzo è far emergere le emozioni che per talune persone sono l’unico modo per restare ancorate al mondo esterno, per altre una possibilità di valorizzare risorse interne spesso ignorate. 

Lo spiega abbondantemente la Norma Tecnica UNI 11592 – Professionisti operanti nel campo delle Arti Terapie – che, di fatto, una volta per tutte, derubrica

  1. la Musicoterapia,
  2. la Teatroterapia,
  3. la Drammaterapia,
  4. l’Arteterapia Plastico-Pittorica e
  5. la Danzamovimentoterapia

dal contesto sanitario, definendole professioni di matrice artistica e sociale. la legge 4/2013, infatti, disciplinando le professioni non organizzate in ordini e collegi, non ammette che vi siano sovrapposizioni di sorta tra nuovi professionisti e coloro i quali fanno riferimento ad albi. In modo particola se si tratta di professioni che riguardano la salute dell’uomo.

Definire le Arti Terapie

Le Arti Terapie, a vario titolo supportate da studi scientifici che ne dimostrano l’efficacia applicativa sia nei contesti cosiddetti sani che patologici, rappresentano la migliore espressione della comunicazione che oggi gli esperti definiscono di senso (basata sul come si comunica qualcosa, per distinguerla da quella di significato, centrata sull’uso della parola che, invece, indica il che cosa si dice). L’arte in genere, in tutte le sue manifestazioni, si rivolge, infatti, alla complessità della dimensione umana (corpo, affettività, mente) e consente, con maggior forza ed immediatezza, l’espressione di sentimenti, emozioni e vissuti, favorendo autentiche forme di contatto e relazione con se stessi e con gli altri.

La musica, la danza, il teatro e l’arte si offrono, in particolare,  come spazio per poter esprimere tale dimensione emozionale, come contenitori in grado di accogliere e dare senso alle emozioni, di dare spazio al processo creativo, inteso come area di pensabilità, dove possono prendere forma, in quanto note, in quanto gesti, in quanto colore, aspetti che hanno a che fare con il non detto, con il non ancora pensato.

La funzione delle Arti Terapie

L’atto creativo, reso possibile da un simile processo, produce distanza tra il sé e l’oggetto interno che solo ora è fuori di sé, in altra forma. Accade così che si impara ad acquisire consapevolezza dei propri vissuti, dei propri confini, non solo corporei ma anche emotivi, a far diventare storia il  passato, a riconoscere il proprio vertice d’osservazione come punto di partenza per star bene con se stessi e con gli altri. Perché sperimentare in libertà un’emozione consente di darle il giusto nome, di riconoscerla e di accettarla come parte di sé, prima che la zona buia si organizzi per reprimerla. Così come  rivivere un momento della nostra storia alla luce di questo nuovo apprendimento impedirà che essa riemerga e ci colga impreparati.
Soprattutto, ci fa avere meno paura della nostra “ombra” che è, poi, l’ostacolo più grande tra noi ed il nostro benessere.

Solo sperimentando questa dimensione di apprendimento intorno a se stessi e alle emozioni che si provano si può entrare in empatia con gli altri. Per creare relazioni d’aiuto e per comunicare efficacemente.

In questo senso, le Arti Terapie sono una terra di mezzo di l’arte e la terapia, distinguendosi dalla prima, perché incentrata sul processo creativo e non sul valore estetico del prodotto finale, ma anche dalla seconda per via dei campi d’applicazione. Il termine terapia, infatti, è un termine puramente convenzionale poiché storicizzato nel mondo da circa sessanta anni di letteratura scritta. Questo non vuole dire, tuttavia, che le Arti terapie non possano essere applicata in terapia. Vediamo.

Le Arti e la Terapia

In che rapporto stanno, dunque, le arti e la terapia nella declinazione dei compiti e della professione dell’Arti Terapeuta? Come indicato nella Norma UNI, a cui il Legislatore rimanda per la stesura di standard professionali volontari, con il termine di terapia, nell’accezione più completa dei concetti di salute e benessere fornita con al Carta di Ottawa dall’OMS (Organizzazione Mondiale per la Salute), si intende una relazione atta a prendersi cura più che a curare nel senso medico del termine. La terapia, pertanto, non è solo la farmacoterapia né solo la psicoterapia ma anche qualunque pratica orientata al perseguimento del benessere dell’uomo. Dunque, anche la creatività che per convenzione chiamiamo arte.

Chi può praticare le Arti Terapie in ambito clinico?

Definito il rapporto tra arti e terapie, la Norma UNI 11592 chiarisce che l’applicazione a “pazienti” delle Arti Terapie presuppone che il professionista, opportunamente formato secondo le prescrizioni:

  1. sia egli stesso un medico o uno psicologo abilitato alla terapia o, in alternativa,
  2. che sia monitorato, in un lavoro di equipe, da un supervisore medico o da uno psicologo.

Dove si applicano le Arti Terapie?

Per quanto detto, è immediato comprendere come le Arti Terapie, benché siano utilizzate per una serie di finalità nei diversi ambiti, trovino specifica e larga applicazione in

Ovvero, ovunque ci siano valori e relazioni da salvaguardare, valorizzare e sviluppare. Dunque, dappertutto.

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FONTE: StefanoCentonze.it   |   Che cosa sono e dove si applicano le arti terapie?